Come presidente di Sheep Italia voglio provare ad allargare la riflessione rispetto alla parola Liberazione.

Liberazione dal nazifascismo, dunque, quella che abbiamo festeggiato ieri, e approdo alla libertà. A quel tempo si trattava di superare quello che il nazifascismo rappresentava: egoismo, individualismo, esaltazione della forza, l’autonomia del singolo verso la collettività, l’esaltazione del comando, la prevaricazione come atto politico, l’uso della forza come mezzo per ottenere l’obbedienza, e poi quel continuo disfarsi di coloro che erano considerati più deboli e dunque un peso per “la razza e la società”.

Noi a SHEEP siamo l’opposto e proviamo ogni giorno a lavorare in una direzione che è diversa da tutto questo in modo diametrale. Sostanzialmente umano. Proviamo a Liberare e a Liberarsi ogni giorno. Per questo festeggiamo la Liberazione il 25 aprile e ogni altro giorno dell’anno.

Abbiamo scelto di insegnare a lavorare a maglia, un lavoro dolce, riflessivo, volto a costruire e non a distruggere.
Abbiamo scelto materiali comodi come la lana, a cui presto aggiungeremo il cotone, materiali caldi e colorati a seconda dei gusti e delle idee.
Abbiamo scelto di portare i nostri insegnamenti, e le nostre parole, in gruppi “fragili”, persone che nella vita hanno avuto qualche inciampo, come tutti ma forse loro qualcuno in più.
Abbiamo scelto (e siamo stati scelti) da volontarie meravigliose che in modo personalizzato, umano e spoglio da protagonismi, a ogni incontro insegnano ad altre donne e uomini l’arte di lavorare la lana realizzando piccoli e grandi capi di abbigliamento personalizzati, per se stessi e per gli altri.
Abbiamo scelto di insegnare un mestiere, pratico, e di unirlo alle parole e ai sentimenti. Medici Senza Frontiere nacquero dall’unione di Medici e Giornalisti, noi nasciamo con la cura delle parole e delle biografie, portata avanti da un’educatrice, presente a ogni incontro; dunque l’emancipazione attraverso il lavoro a maglia e lo strumento della parola.
Abbiamo scelto di insegnare un mestiere – che è anche un rifugio e un trampolino – di quelli “poveri e agili”, che bastano due ferri da calza e un gomitolo e può essere svolto in casa, al parco, sulla spiaggia, in un bar, in terrazza, ovunque.
Un lavoro “povero” ma ricchissimo per quello che può dare a livello di di fantasia nella realizzazione di idee sempre nuove. Un mestiere ricco di terapia sociale, che aiuta a stare bene, ad acquisire fiducia in se stessi e a vivere in modo pieno.

Per questo SHEEP è antifascista sempre, anche il 26 aprile e ogni giorno dell’anno. Perché noi scommettiamo sull’umanità, non le spariamo addosso.

Sosteneteci con una donazione singola o una regolare (un minimo di 9 euro al mese, adottando un progetto) e cambiamo un pezzettino di mondo insieme: www.sheepitalia.it

Saverio Tommasi
presidente di SHEEP

ITALIA