Lei è Luciana, una delle nostre volontarie. Ieri sono andato a casa sua per prendere sei coperte di lana che aveva finito di assemblare, di solito ci passiamo il materiale sulla porta di casa, ieri mi ha detto di entrare, doveva farmi vedere una cosa.
“Eh, Luciana, il Covid…”
“Venvia, c’ho la mascherina nuova, entra”
Sono arrivato in cucina e mi ha detto: “Ora stai buono qui, io torno subito”, ed è sparita in corridoio, io nel frattempo sono rimasto a parlare dell’Arno che piove e s’ingrossa, credo con il figlio.
Luciana è tornata tenendo queste creazioni sopra le mani, portandole così dritte da far invidia a un maggiordomo decorato.
“Saverio, non fare complimenti. Io l’ho fatte ma se ti fa fatica tornarci dimmelo”.
Io non capivo.
“Saverio, ho letto di M., quel bambino di quattro mesi che avete trovato durante una distribuzione di coperte”.
“Capito”.
“Se ci torni, ho letto che avresti voluto tornarci, gli puoi portare queste?”
“Sì, Luciana, certo”.
“Il pupazzino, attento. Non ci mettere le altre coperte sopra, vorrei che gli arrivasse senza schiacciarsi”.
La sciarpetta, la copertina, il cappellino, il pupazzetto. Guardate la lavorazione, l’attenzione ai particolari.
Perché in fondo, chi si salva nella vita, è sempre una persona che ha avuto qualcuno intorno che ha fatto caso ai suoi particolari.
PS.”Coperte per senza dimora” è uno dei progetti che Sheep Italia porta avanti, grazie alle centinaia di persone che collaborano e sostengono i progetti in modo attivo.
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Saverio Tommasi
presidente di SHEEP Italia