Quello in foto sono io. Sono tornato poco fa da qualche consegna di spesa alimentare, le faccio nel tardo pomeriggio e sera perché il giorno lavoro. Poi, tornato a casa dalle consegne, ceno da solo con una pizza surgelata con qualche bicchiere di vino. Da solo perché gli altri componenti della family hanno già mangiato, e ci mancherebbe altro che mi aspettassero fino a quest’ora.

Facciamo un passo indietro. Io sono fortunato perché lavoro. Mica è abilità. Sì, sono bravino con i video, ma anche questa è fortuna, sapete? Ci ho passato (e ci passo) i giorni e le notti, vero, ma alla fine se mi riescono abbastanza bene (e non sempre) è fortuna o pochissimo altro.
Qualcun altro/a, invece, da un po’ di tempo non lavora più e chissà cosa accadrà alla fine di questa quarantena di cui non si vede una fine. Persone precarie, lavoratrici alterne o sfruttatissimi lavoratori al nero (costretti, dunque).

Dicevo: sono tornato da pochi minuti da alcune spese sociali più consegne. Sono quelle spese che facciamo a nome di Sheep Italia ma non con i soldi di SHEEP. Alcune amiche e alcuni amici speciali ci mettono del loro, io altrettanto e così riusciamo a garantire una decina di spese alla settimana. Tutto qui, niente di eccezionale.

La mia riflessione è questa: come si fa, oggi, ad essere contrari a una tassa “una tantum” sui redditi annui pro capite superiori agli 80.000 euro?
Stiamo vivendo una situazione generale drammatica, e davvero non capisco. Cioè, non solo sono contrari Lega, Forza Italia e Italia Viva, ma è contrario anche il centrosinistra, anche il buon Prodi, è contrario Sala, sono contrari praticamente tutti. Ma 80.000 euro l’anno significano almeno 4.000 euro netti al mese, e su quella cifra la tassazione proposta arriverebbe a introdurre un prelievo unico e totale di 200 euro. E io mi chiedo: ma davvero una persona che guadagna 4.000 euro netti al mese, in questo momento storico, si sentirebbe defraudata se le chiedessero un contributo di 200 euro?
Sarò ottimista ma credo che in generale no, non si sentirebbe defraudata di niente, e in molti casi sarebbe anche felice di contribuire, solo che c’è un’atavica paura a praticare una redistribuzione anche solo accennata, in questo Paese, e perciò pure politici moderati ma che guardano comunque a sinistra, dicono no e si oppongono.

Ma guardate, cari politici, che le persone a cui stiamo facendo e portando le spese alimentari (assorbenti e igiene intima) sono persone che ieri avevano un reddito. Non sono chissà chi. Non hanno la coda da diavolo. Non hanno le corna. Non sputano fuoco. E davvero, mi chiedo, state facendo una battaglia politica contro una tassazione “una tantum” di 200 euro su redditi da 4.000 euro netti al mese? Ma siete seri?

Io voglio bene a tutti, ai ricchi esattamente come ai poveri. Però ogni tanto mi viene in mente Didala, vecchia partigiana di Viareggio, che mi raccontava che ogni volta che vinceva la destra – e vinceva sempre – lei che era comunista si metteva la pelliccia, indossava tutti i gioielli che aveva e scendeva in strada a litigare con la gente popolare del suo quartiere che aveva votato i privilegi invece della giustizia. Lo faceva così, per il gusto di incazzarsi un po’ con quelli che si erano dati il martelletto sulle palle. Quando in realtà anche quelli che stavano meglio come lei avevano votato comunista.

Mica è un caso che il terzo nome di mia figlia Margherita sia Didala.

Perdonate la lunga riflessione.

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A presto baciarci e abbracciarci forte.

Saverio Tommasi
presidente di SHEEP