PISA
Ieri abbiamo consegnato 20 coperte e 2 Sleep Pod agli Amici della Strada di Pisa.
Gli Amici della Strada di Pisa è veramente una delle più belle realtà italiane con cui ormai da tre anni siamo felici di collaborare. Si approcciano bene alle persone costrette a vivere per strada, le conoscono per nome e le nominano, ne riconoscono la personalità.
1 Sleep Pod lo abbiamo consegnato già ieri sera nel giro che abbiamo fatto insieme.
Lo abbiamo dato a S., italiano, nato a qualche decina di chilometri da Pisa, più o meno la mia età, da un po’ di tempo dorme fuori.
Non abbiamo foto con lui, soltanto nelle orecchie la sua voce: “Bello, bello, allora lo provo, va bene? Bello, bello”.
Incrociamo le dita, gli Amici della Strada torneranno da lui le prossime sere per capire come sta andando.
E poi voglio ricordare C., arrivato in Italia ai tempi della guerra in Jugoslavia, e rimasto in Italia incastrato nelle maglie dei documenti e dell’inerzia burocratica.
Ieri sera C. era triste, perché pioveva e quando piove dormire diventa sempre un po’ più difficile.
Ieri sera ci ha martellato in testa una frase che C. ha detto poco prima di salutarsi: “Stavo meglio in ospedale, quando avevo la scabbia”.
In fondo è normale, perché chi vive per strada ha la vita ribaltata e sottosopra. E mentre per noi l’ospedale rappresenta (quasi sempre), una parentesi nelle nostre vite, una parentesi che anche nel caso in cui tu esca sano non rivivresti volentieri, per qualcuno come C. può essere invece una sorta di normalità ritrovata. L’ospedale è un luogo caldo, non ti piove in testa, le coperte non si bagnano, hai i pasti caldi, e infine puoi andare in bagno quando vuoi e non “quando non ti vede nessuno”. E poi, ovviamente, in ospedale hai un letto.
Per capire certe disperazioni qualche volta basta guardare le speranze.
Ieri sera C. sperava di riprendere la scabbia.
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Saverio Tommasi
presidente Sheep Italia