“Un mio caro amico, che è monaco francescano, di recente mi ha raccontato come tra noi e le pecore ci siano alcuni punti in comune. Stavamo parlando della parabola della pecorella smarrita. Perché Gesù, il Buon Pastore, va a cercarla? Ecco cosa mi ha raccontato il mio amico: un gregge di pecore stava attraversando una strada di grande scorrimento, una specie di autostrada, con un guardarail d’acciaio che divideva le due carreggiate. Un’agnella rimase isolata dal gregge e impazzì per il panico, iniziando a sbattere la testa contro la lamiera nel tentativo di suicidarsi. I cani pastore tornarono indietro di corsa per cercarla e la trovarono con il sangue che le sgorgava copioso dalla testa. Proprio come quella pecora, una persona che resti isolata dalla comunità impazzisce, perde il senso della vita”.
“Dobbiamo sperimentare metodi di cura inediti. In altre parole, bisogna pensare in modo creativo. Ci serve continuare a sferruzzare di dritto e di rovescio, riannodando i fili della nostra vita”.
di Loretta Napoleoni, “Sul filo di lana”.
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Saverio Tommasi
presidente di SHEEP